Presentazione:
Claudio
Del
Duca
è
nato
a
Roma
nel
1965,
dove
tuttora
vive
e
lavora.
Nel
corso
della
sua
ricerca
artistica
ha
sperimentato
diverse
tecniche
e
diverse
correnti:
da
un
debutto
prettamente
figurativo
con
il
quale
si
riconosceva
nella
corrente
surrealista,
attraversando
un
periodo
più
simbolista
e
concettuale,
è
giunto
ad
un
genere
che
trova
riferimento
nella
Space
Art,
ma
Asrtoarte
è
il
termine
che
ha
coniato
per
esprimere
meglio
le
sue
peculiarità
artistiche.
Nelle
sue
opere
affronta
tematiche
scientifiche
cercando
di
mettere
in
luce
l'irrazionalità,
le
contraddizioni
e
le
superstizioni
insite
nella
cultura
popolare,
rovistando
nei
presupposti
che
favoriscono
le
incertezze
della
natura
umana
nel
tentativo
di
contribuire
alla
divulgazione
scientifica.
A
tal
proposito
ha
ideato
e
realizzato
questo
sito
Internet
(http://www.astroarte.it)
per
gettare
un
ponte
tra
discipline
scientifiche
e
umanistiche.
Nel
2002
ha
fondato
il
Gruppo
Astroarte
accogliendo
nel
sito
omonimo
alcuni
Artisti
italiani
che,
come
lui,
si
ispirano
alle
scienze
astronomiche
per
promuovere
le
caratteristiche
dell'Arte
spaziale
nostrana
che,
a
differenza
dalla
Space
Art
d'oltreoceano,
conserva
le
fondamenta
delle
correnti
storiche
europee,
quali
l'arte
informale
e
concettuale,
il
surrealismo,
il
futurismo,
e
tutte
le
varie
espressioni
a
prescindere
dall'illustrazione
scientifica
ma
unite
dalla
comune
musa
ispiratrice:
l'astronomia. Ha
esposto
in
numerose
mostre
collettive
e
personali
conseguendo
ottimi
riscontri
critici
e
premi
anche
internazionali. L'interesse
per
l'astronomia
lo
ha
spinto
a
cimentarsi
anche
nella
letteratura fantascientifica.
Come
moltissimi
altri
appassionati
del
cielo
stellato,
è
socio
dell'
Unione
Astrofili
Italiani
(http://www.uai.it)
e
scrive
articoli
divulgativi
di
astronomia.
Note
critiche:
L'esperienza
pittorica di Claudio Del Duca può ben
dirsi di impianto surreale, purché si
consideri che le attenzioni del
giovane artista sembrano rivolte a
cogliere molto più le strutture
arcane della realtà che non le trame
arbitrarie della fantasia. Un
surrealismo che dunque tenta di
scavalcare le consuete angustie
oniriche dell'umano mentale per
attingere alle fonti dell'universo
sovramentale, che è come dire alle
realtà cosmiche. Il mondo interiore
c'è, ma è depurato, o tenta di
depurarsi, da ogni psicologismo a buon
mercato, come se l'artista fosse
dominato da una voglia di verità e
spinto dall'ansia di conoscere la
comune radice dell'io e delle cose.
Claudio Del Duca, che non a caso è
noto anche come scrittore
fantascientifico e come
cultore/divulgatore dell'astronomia,
proietta così il proprio interrogativo
metafisico nell'universo astronomico,
in un serrato dialogo tra scienza ed
essenza, tra materia ed energia.
Microcosmo e macrocosmo, realtà e
sovrarealtà danno quindi luogo ad una
strana commistione di ritrattismo e di
simbologia, di riproduzione
fotografica e di rappresentazione
mentale.
Emblematiche a tal uopo le suggestive
panoramiche di lontane
nebulose, dove il calco perfetto
delle efflorescenze cosmiche si presta
per allegorie antropomorfe,
teriomorfe, spettrali: si vedano
"Metamorfosi", "Saturn Nebula",
"Demoni Celesti" e
"Rivelazione". Il
telescopio astronomico va di pari
passo con il telescopio sovramentale,
tanto da farsene sostituire
egregiamente in alcune figure
fortemente simboliche
("Maternità
Eterea" e
"Fascino") dove la femminilità
assurge a metafora dell'avventura
universale; o anche in immagini
ancestrali e protostoriche
dell'infinita vicenda evolutiva, come
"Primate" o
"Protociviltà" (sfinge di
remota memoria). Altre volte è la
finestra mentale a lasciare il campo
all'azione filmica, e ne nascono
figure di travolgente impatto
esplosivo, come
"La forza degli
elementi". Ecco allora
che il moto e la stasi, la
contemplazione e l'azione si fondono
nella narrazione di queste primeve
albe cosmiche, da cui nasce e in cui
fa perennemente ritorno la
vita. Un eterno viaggio
interstellare fra le profonde oasi
dell'armonia, attraversando e
superando gli immensi oceani delle
umane illusioni. Natura e sovrannatura
sono perfettamente allineate fra di
loro, ma l'uomo frappone il pesante
ostacolo della propria irrealtà, del
proprio mondo fantastico, dei propri
artifici. Verità e finzione,
profondità e superficialità, giocano
allora ad alternarsi nelle
opere di Claudio Del Duca,
celandosi l'una nell'altra e
scoprendosi l'una
nell'altra, come in
"The ghost
dimension", un
discorso sulla realtà virtuale; o
come in
"Le
ali
delle
ombre", un
discorso sulla soffocante invadenza
delle tecnologie. Questa partita
a scacchi tra artificio e realtà, tra
natura e cultura, è ben rappresentata
nell'opera "Partita con gli
dei", dove la
scacchiera è posta su di un'arcaica
costruzione Maya, simbolo di una
realtà complessa e originaria, ardita
e semplice nello stesso
tempo. L'amore per la purezza e
per le origini non è qui scisso
dall'amore per le
fascinose complicazioni mentali
dell'essere umano. Queste contorsioni
dell'uomo vanno dunque amate e
superate come espressione di un limite
funzionale all'illimitato.
"6 Agosto
1945" esprime assai
bene l'utopica speranza che, nell'età
spaziale, le tragedie della
memoria ci aiutino a far conciliare la
ragione con le potenzialità
tecnologiche al fine di superare le
prevaricazioni, verso un ideale di
vera collaborazione universale.
Franco Campegiani
Dalla
brochure della mostra personale
"Velature Cosmiche"
1998
- Sala Espositiva
del
Palazzo Colonna - Marino
(RM)
Abitazione e Studio:
Via Scido, 119
00118 - Roma